venerdì 5 dicembre 2008


Vorrei porre la mia attenzione sui videogiochi.

Oggi in quasi tutte le nostre case abbiamo un videogame. In passato non era così. Basti pensare che il primo videogioco elettronico fu il flipper che risale circa agli anni '50. Ovviamente si giocava solamente nelle sale- giochi, oppure nei bar, poichè, per le sue dimensioni e per il suo costo, non poteva essere un videogioco da casa. Il primo videogioco ad entrare nelle case italiane, negli anni '70 fu il Pong, una sorta di scatola grigia che si collegallava alla TV. Questo gioco consisteva in una barra rettangolare che si muoveva a destra e sinistra, avanti e indietro, colpendo un altro rettangolino che rappresentava la palla. Il gioco simulava una partita a tennis. Uno dei primi videogiochi fu inventato da uno scienziato americano che lavorava presso un centro di ricerca nucleare di New York. Appassionato di giochi elettronici, tra cui il flipper, inventò un videogioco chiamato "Tennis for two", simile al Pong. Il primo videogioco interattivo, invece fu inventato da uno studente del M.I.T (Massachusetts Institute of Technology). Il gioco si chiamava Spaceware e consisteva in una battaglia fra due navicelle spaziali a carburante limitato. Lo studente fu in grado di ricreare uno sfondo che riproduceva quello dello spazio, sul quele si muovevano le due navicelle. Questo fu il primo videogioco interattivo, arcade (videogioco che si gioca in una apposita postazione pubblica a gettoni o a monete).

Oggi esistono milioni di videogiochi dai giochi di azione, a quelli di avventura e di ruolo, quelli di strategia, giochi di logica, di simulazione, ecc. Rispetto al passato si sono evoluti e si evolvono nel corso del tempo.

Penso che i videogiochi abbiano una funzione educativa importante anche se la maggiorparte delle persone non condivide la mia opinione.

I videogiochi di avventura e di ruolo, per esempio stimolano nel bambino la capacità di problem-solving, di risolvere trabocchetti, rebus, ecc, sollecitano la creatività e la voglia di ricerca. I giochi di logica invece potrebbero essere utilizzati per insegnare i nomi dei colori, le lettere dell'alfabeto, le lingue straniere e così via.

Non bisogna quindi ritenere che i videogiochi abbiano un effetto negativo. Spesso si colpevolizzano i videogiochi credendo che, dal punto di vista sociale, creino l' isolamento del bambino rendendolo aggressivo e suscettibile. Ma come molti studiosi affermano, la televisione crea più dipendenza dei videogiochi, piochè il ruolo del bambino non è attivo, ma passivo. Il videogioco, invece, predilige il ruolo attivo, partecipativo del bambino. Dal punto di vista culturale molti ritengono che il videogiochi alimenta nei giovani una cultura della violenza, allontanandoli dai giochi tradizionali.

Io non condivido in tutto e per tutto queste affermazioni, poichè bisogna sempre sapere come, quando e per quanto tempo utilizzare i videogiochi, che non hanno difatto nè un effetto negativo, nè positivo sullo sviluppo cognitivo del bambino. Spetta all'adulto, secondo me, indirizzare i bambini e seguirli anche mentre giocano, ovviamente bisogna saper scegliere quello più adatto all'età, alle conoscenze, alle competenze del bambino.

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